Castello di Luco – Piediluco - Terni - (TR)
- Marco Amati
- 21 feb 2021
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l luogo ove oggi rimangono i ruderi del castello, Mons Lucus, era un bosco sacro dedicato alla divinità romana Velinia, moglie di Giano. Forse la prima costruzione che sorse sulla sua sommità fu proprio un piccolo tempio dedicato a tale divinità, sostituito poi, alla caduta dell’impero romano, da una fortificazione di avvistamento. Nel 1364 Blasco Fernarndez di Belviso, rettore del ducato di Spoleto e cugino del cardinale Albornoz, acquistò dai Brancaleoni la Rocca e la ingrandì: un potenziamento nell’ambito del rafforzamento del potere papale che Albornoz portò avanti in tutta l’Umbria. Fatta eccezione per la residenza signorile, il castello, debitamente fortificato, perse le sue funzioni abitative a vantaggio di quelle di dif
esa. Nel 1368 Blasco e il figlio Garcia furono uccisi dagli abitanti di Piediluco. Tremenda la reazione di Spoleto e della Chiesa, truppe pontificie inviate da papa Urbano V e comandate da Ugolino da Montemarte assieme agli armati di Spoleto, misero a ferro e fuoco la rocca e il paese, catturarono, processarono sommariamente e impiccarono 50 uomini del paese. Sei dei colpevoli furono trascinati per le vie di Spoleto attanagliati con ferri roventi e poi gettati nel torrente Tessino.















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